sabato, marzo 25, 2006


Una foto del simpatico Eno...mentre studiava clarinetto....

giovedì, marzo 23, 2006

Nel 1975 Brian Eno pubblicò un curioso oggetto, prodotto in coppia con il pittore Peter Schmidt (scomparso pochi anni dopo): un mazzo di 124 carte chiamate, per l'appunto, Oblique Strategy, Strategie oblique. Su ciascuna carta è scritta una frase: un po’ come negli Imprevisti e nelle Probabilità del Monopoli. Le prime dieci carte, ad esempio, portano queste frasi (traduco in italiano): "Sempre dei primi passi", "Una linea ha due estremi", "Il minimo comune denominatore", "Respira più profondamente", "Non è che una questione di lavoro", "A che cosa stai veramente pensando in questo momento", "Cascate", "La cosa più importante è quella più facilmente dimenticata", "Vi sono delle sezioni? Considera delle transizioni", "Decora, decora". Così Eno e Schmidt spiegavano ragioni e modi d’impiego delle carte: Queste carte si sono sviluppate a partire dall’osservazione dei princìpi che regolano le nostre creazioni. Talvolta, esse furono riconosciute retrospettivamente […], talvolta scaturirono dall’azione, altre volte ancora si trattò di semplici formule. Le si potrebbe impiegare come un tutto (una serie di possibilità costantemente riportate alla memoria) o isolatamente, estraendo una carta del gioco, mescolato il mazzo, ogniqualvolta si presentasse un dilemma nel corso di una precisa situazione. In tal caso ci si rimette alla carta anche se non ne sia chiara l’applicazione. Le carte non danno responsi definitivi, nel senso che nuove idee si presenteranno spontaneamente, altre diverranno via via evidenti.Che cos'è dunque questo mazzo di carte, del quale da oggi sono un fortunato possessore? E' forse un oracolo? Uno strumento magico? No: le Strategie oblique sono semplicemente uno strumento di distrazione, concentrazione e rifocalizzazione.Quando ci troviamo in un dilemma, quando le parole o le invenzioni non ci vengono, quando ci pare di non saper che pesci pigliare, possiamo giocare questo gioco: peschiamo una carta, e ci confrontiamo con ciò che dice. Attenzione: non "accettiamo ciò che dice", ma "ci confrontiamo con ciò che dice". Confrontarsi significa: provare a vedere se l’istruzione o il consiglio dati dalla carta non possano, magari paradossalmente, magari irrealizzabilmente, applicarsi al nostro caso. Dai ragionamenti che faremo scaturirà forse qualcosa di bizzarro, raramente qualcosa di fattibile, spesso qualcosa di impensato.Questa è la logica della faccenda: spingere deliberatamente il nostro ingegno e la nostra intuizione ad affrontare una questione da un punto di vista impensato o a partire da premesse impensate. L'importante è lo scossone, non il consiglio in sé.
passaparola