giovedì, dicembre 14, 2006

sempre pinochet

12 Dicembre 2006

Pinochet e gli Inti Illimani

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Pinochet è morto nel suo letto. Il giudice Garzòn provò a farlo morire in galera. Ottenne solo gli arresti domiciliari in un albergo di Londra per crimini contro l'umanità. Pinochet riuscì a rientrare in Cile per motivi di salute. Quando la sua carrozzella toccò il suolo cileno improvvisamente guarì e si alzò in piedi correndo. Da allora fu 'dead man walking'. Garzòn si dedicò in seguito allo psiconano con cui è confidente di avere maggiore fortuna.
Pinochet è responsabile della fine della democrazia in Cile, dell’uccisione di Allende, di migliaia di omicidi. Ma il suo delitto più grande è aver permesso la fuga in Italia degli Inti Illimani. Dal 1973 stazionano nelle nostre televisioni. Nelle feste dell’Unità. Da Pippo Baudo. Mi hanno fatto venire l’esaurimento nervoso. Sono dei reduci musicali a vita. La loro influenza politica è stata enorme. Spettacolo dopo spettacolo hanno esaltato ai nostri occhi l’operato di Pinochet. Creato una corrente giustificazionista per il regime. Per lo stadio-lager di Santiago.
Pinochet è stato un fallito. In Italia uno come lui non lo metterebbero neppure a rubare in una giunta provinciale. In 17 anni di dittatura ha portato a casa solo 150 milioni di euro. Una vergogna. Si fosse informato meglio dai socialisti sarebbero stati miliardi. In seguito imparò la lezione. Alcune consulenze di Previti gli evitarono il carcere. La tortura sugli oppositori politici è stata una sua specialità. Posti come Villa Grimaldi, Chacabuco e Pisagua rimarranno nella storia.
Pinochet-Pinocchio. Un mentitore professionista. Che mentì al suo capo Allende. Ai generali con cui attuò il colpo di Stato. Agli americani della Cia. A Nicola Pietrangeli per la finale di Coppa Davis del 1976. Ha avuto le sue ammiratrici. La prima è Margaret Tatcher che cercò di emularlo nel famoso sciopero dei minatori in Gran Bretagna. In Italia gli ex piduisti tacciono per ragioni di opportunità politica. Ma lo piangono. E lo invidiano. Lui c’era riuscito. Loro no (per ora).

martedì, dicembre 12, 2006

Viva la muerte

Pinochet è morto alla veneranda età di 91. Un dittatore che più di altri è stato simbolo della nostra specie e del secolo passato. Senza i lampi di follia di un Hitler, Pinochet è sempre stato gretto e squallido: traditore da quando fu nominato capo dell'esercito da Allende e poi lo tradì, come tradì tutti i suoi colleghi del golpe.
Persino l'America ora lo ha rinnegato, pochissimi cileni hanno ancora i paraocchi di fronte alla sua opera.
Ed è giusto che sia morto così: SOLO.
Metterlo in carcere o giustiziarlo sarebbe equivalso a farne un martire: un martire in nome dell'anti-comunismo sventolato così facilmente dai suoi sostenitori e da un'intera generazione di politici americani per giustificare più di un golpe e più di un genocidio.
VIVA LA MUERTE!
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