martedì, dicembre 05, 2006

Shortbus: un caso?


Mi ero ripromesso che con l'annuario avrei smesso di dare consigli librari o cinefili per un pò. Ho però visto un film, attualmente nelle sale, che mi sembra giusto segnalare. Si chiama "Shortbus", ed è un'intreccio di quattro storie che hanno il sesso come comune denominatore. Ma non è tanto questo che mi interessa. I dialoghi sono interessanti ma più o meno vicini a "Sex and the City" o a qualche altra serie americana. Quello che mi ha fatto pensare è che per la prima volta io vedo, da che io ricordi, il sesso trattato così esplicitamente, circolando nelle sale non come un film porno, con un cast di attori che non sono presi dal mondo dell'hard. Ora,la storia è abbastanza "normale", per certi film americani. Ve la banalizzo. C'e' una psicologa di relazioni di coppia che non ha mai raggiunto l'orgasmo, due gay che cercano di innamorarsi di nuovo facendo entrare nel duo un terzo ragazzo, una dominatrice sadomaso che si chiama Jennifer Aniston e per questo la sua vita è distrutta. Tutti questi entrano in un locale notturno per risolvere i loro problemi. Questo locale è lo "Shortbus", dove tutto è permesso, tutto è lecito, e attraverso il sesso si cerca di ritrovare l'amore. Ma, ancora una volta, quello che mi interessa è un'altra cosa. Il regista, Mitchell, ha girato il film tenendo per due anni attori non professionisti in una sorta di "comune", vedendo, con il loro consenso, dove questi si sarebbero riusciti a spingere. Quello che ne esce è un film che abbatte il confine tra la pornografia e la commedia popolare, tra ciò che si può vedere e ciò che non si dovrebbe vedere. Aggiungo che il film è amaro, perchè alla fine c'è un giudizio un tantino pessimista sulla possibilità del sesso di risolvere i problemi dell'amore. Aggiungo anche che è un buon film, per mia opinione. Ma la domanda che mi ha suscitato è questa : cos'è, davvero, oggi, pornografia? Scriveva Marlowe, nell' "Edoardo II", che la morte di un re è pornografia. Io trovo pornografico molto di quello che la cosiddetta cultura ci fa vedere ogni giorno. In soldoni, siccome questo post è particolare e se frega un pò del buon costume cosiddetto, trovo molto più pornografico il faccione di Maria De Filippi e dei suoi tronisti che due cazzi in tiro o una che lo prende in culo. In sintesi, se c'è una storia significante, se far vedere una scena di sesso con spietato realismo è imprescindibile per raccontare una storia, ben vengano. Appunto.

3 commenti:

ghemison ha detto...

ho letto così così sul film (direi che la sua sintesi è più che ottima). Vorrei ricordare altri due film che lambiscono il confine tra dramma erotico e pornografia: Un Bicchiere Di Rabbia (Brasile, 1999) e Battaglia Nel Cielo (Messico-Francia-Belgio, 2005). Il primo è piuttosto difficile da reperire e non l'ho mai visto, ma dal trailer e le immagini che sono riuscito a sbirciare era assai spinto ed esistenziale. Il secondo invece parla di politica, rapimenti ed amore adultero con immagine assai esplicite (si apre e si chiude con una fellatio, ciò ha esaltato e scandalizzato Cannes alla sua presentazione), l'ho scaricato ma ancora devo visionarlo. Probabilmente nessuno dei due è un capolavoro, ma magari risultano interessenti ad una mente aperta ed a un occhio libero da pregiudizi

ghemison ha detto...

Inoltre vorrei citare (purtroppo a memoria, quindi imperfettamente) anche io una bellissima definizione di pornogrfia tratta dalla post-fazione a Crah dello stesso Ballard.
"La pornografia è, ad oggi, il genere più politico, in quanto descrive lo sfrutamento ripetuto e continuo di un essere umano su di un altro".
(non è più di tanto pertinente, ma rimane una fiammata di lucidità)

noiosamente ha detto...

Ben detto,Lord. A questo proposito potrei citarle, parafrasandola, una frase dello stesso Ballard in Crash : si dovrebbe usare la pornografia per testare l'elasticità mentale dei nostri "pazienti".

passaparola