giovedì, dicembre 29, 2005

Bella Ciao Story

E' Bella Ciao, la canzone per eccellenza della Resistenza, il canto partigiano più popolare tra tutti quelli che hanno accompagnato le stagioni di lotta della Seconda Guerra Mondiale e dell'immediato dopoguerra, senza contare l'uso che se ne fece durante le dimostrazioni dell'autunno caldo italiano.Ma quali sono le sue origini, quando è possibile datare il motivo di questo celebre "canto resistente"? Gianni Borgna nel suo Storia della canzone italiana rintraccia le origini del brano in una ballata francese del XVI secolo entrata a fare parte della tradizione folclorica piemontese (La daré d' cola montagna), trentina (Il fiore di Teresina), veneta (Stamattina mi sono alzata), e poi adottata come canto alpino nella Grande Guerra e passata da lì al repertorio delle mondariso e a quello partigiano dell'Appennino emiliano. Pare che i versi iniziali della strofa siano da attribuire alla ballata Fior di tomba,* mentre l'inciso "o bella ciao", da una rima di una canzone per bambini (La me nona l'è vecchierella**).
*"Fiore di tomba", dove si canta la storia di una ragazza che, piuttosto che lasciare l’innamorato, chiede di morire e di essere sepolta in una "cassa fonda"; non da sola però: vuole andarci con il padre, con la madre e, ovviamente, con l’uomo che ama. Non solo: immagina che su questa tomba crescerà un bel fiore, per ricordare a quanti passeranno che lì riposa una ragazza morta per amore; degli altri, sepolti con lei, non le interessa più nulla.
**La me nona l'è vecchierella, che è a sua volta una riduzione infantile della ballata della Bevanda sonnifera.
"La me nòna / l’è vecchierèlla la me fa ciau / la me disi ciau / la me fa ciau ciau ciau la me manda / a la funtanèla a tor l’acqua per desinar"

Sulla nascita della versione partigiana si conosce molto poco e sembra che abbia avuto la sua divulgazione soprattutto nell’Appennino Emiliano. Altre testimonianze indicano una sua conoscenza anche fra i reparti dell’Esercito Italiano di Liberazione aggregato agli alleati durante l’avanzata su Bologna.Il dottor Grasso di Perugia afferma di averla imparata durante l’avanzata su Bologna, mentre militava con i reparti regolari aggregati agli Alleati. Altre testimonianze indicano la zona di Montefiorino, sull’Appennino emiliano, come luogo di presenza del canto durante la Resistenza.

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1 commento:

Perez de la frontera ha detto...

Leggete questa curiosità.
FESTIVAL MONDIALE DELLA GIOVENTÙ
1947, Praga
Il 1° Festival con 17 mila delegati provenienti da 71 Paesi fu tenuto in Cecoslovacchia dal 25 luglio al 17 agosto. Pochi lo sanno ma la canzone partigiana italiana più famosa, cioè "Bella ciao" (che in Italia, durante la Resistenza, fu cantata solo da pochi patrioti operanti nelle montagne modenesi e reggiane) ebbe il suo "lancio" in occasione di questo Primo festival. Alcuni giovani partigiani emiliani, che la conoscevano, la cantarono sul treno speciale, durante il lungo e lento viaggio verso la capitale cecoslovacca. Grazie alla facile orecchiabilità delle strofe i mille delegati italiani la impararono subito e al festival venne cantata in ogni occasione di incontro... E così Bella ciao fu tradotta e cantata in tutte le lingue del pianeta, ed ora è la canzone partigiana più conosciuta nel mondo. Ad esempio, a Cuba, "Bella ciao" viene insegnata ai bambini in tutti i circoli infantili, in lingua spagnola e col classico battimani.


In questi 60 anni tantissime sono state le interpretazioni musicali di Bella ciao, tra le più recenti: la lunga rivisitazione orchestrale jazzistica (marzo 2003) dei milanesi The Brand Billa Orchestra; quella per piano solo di Giovanni Mirabassi nell'album Avanti! del 2001 e quella di Francesco De Gregori e Giovanna Marini (2002) ne Il fischio a vapore. Recentissima è la versione del gruppo 'combat folk' Modena City Ramblers, inserita nell’album album Appunti partigiani.

La versione più stonata, senza musica, solo voce, l'ha cantata Michele Santoro (aprile 2002) a Sciuscià, Raidue, come reazione alla minaccia del direttore generale Saccà di sospensione della trasmissione per uso criminoso della tv. L'ordine di cacciare Biagi, Santoro e Luttazzi veniva impartito da Berlusconi in trasferta in Bulgaria.
Ma Bella ciao è anche il titolo di un documentario (2002) di Marco Giusti, Carlo Freccero e Roberto Torelli sul G8 di Genova. Realizzato per la televisione con materiale girato dalla Rai fu censurato dall'azienda (mancava il punto di vista della polizia) e presentato a Cannes. Il film è la cronaca di quei giorni di scontri, e racconta dei manifestanti picchiati senza motivo, dei giorni di guerriglia urbana e delle devastazioni compiute da un manipolo di Black bloc, che agirono indisturbati, e deve il titolo alla canzone partigiana che i dimostranti cantarono allo stadio Carlini, dove si erano rifugiati.


E ancora:
“Mondine o partigiani: chi cantò prima "Bella ciao"?”,
Cos’è il “canto sociale”, come si lega alla battaglia politica, all’idea di musica popolare. Le risposte in un libro, splendido, di Cesare Bermani.
GUERRA GUERRA AI PALAZZI E ALLE CHIESE
Saggi sul canto sociale
http://www.odradek.it/Schedelibri/guerraguerra.html



il testo della versione delle mondine
Stamattina mi sono alzata
Questa mattina mi sono alzata
bella ciao, bella ciao, bella ciao, ciao, ciao
sta mattina appena alzata
in risaia mi tocca andar
E tra gli insetti e le zanzare
bella ciao, bella ciao, bella ciao, ciao, ciao
e tra gli insetti e le zanzare
un dur lavoro mi tocca far
Mamma mia o che tormento
bella ciao, bella ciao, bella ciao, ciao, ciao
o mamma mia o che tormento
io mi sento da morir
Il capo in piedi col suo bastone
bella ciao, bella ciao, bella ciao, ciao, ciao
il capo in piedi col suo bastone
e noi curve a lavorar
Ma verrà un giorno che tutte quante
bella ciao, bella ciao, bella ciao, ciao, ciao
ma verrà un giorno che tutte quante
lavoreremo in libertà!

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